La Sagra del Rosario
Una festa antica
La Chiesa cattolica celebra la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre di ogni anno.
Questa festa fu istituita con il nome di “Madonna della Vittoria” dal papa Pio V a ricordo della battaglia di Lepanto, svoltasi appunto il 7 ottobre del 1571, nella quale la flotta della Lega Santa (formata da Spagna, Repubblica di Venezia e Stato della Chiesa) sconfisse quella dell’Impero ottomano.
Il successore, papa Gregorio XIII, la trasformò in festa della “Madonna del Rosario“: i cristiani infatti attribuirono il merito della vittoria alla protezione di Maria, che avevano invocato recitando il Rosario prima della battaglia.
La festa del santissimo Rosario, com’era chiamata prima della riforma del calendario del 1960, compendia in certo senso tutte le feste della Madonna e insieme i misteri di Gesù, con la meditazione di quindici momenti della vita di Maria e di Gesù. Il Rosario è nato dall’amore dei cristiani per Maria in epoca medioevale, forse al tempo delle crociate in Terrasanta. Anche l’oggetto che serve alla recita di questa preghiera, cioè la corona, è di origine molto antica. Gli anacoreti orientali usavano pietruzze per contare il numero delle preghiere vocali. Nei conventi medioevali i fratelli laici, dispensati dalla recita del salterio per la scarsa familiarità col latino, integravano le loro pratiche di pietà con la recita dei Paternostri, per il cui conteggio S.Beda il Venerabile aveva suggerito l’adozione di una collana di grani infilati a uno spago. Poi, narra una leggenda, la Madonna stessa, apparendo a S. Domenico, gli indicò nella recita del Rosario un’arma efficace per debellare l’eresia albigese.
Nacque così la devozione alla corona del rosario, come una ghirlanda di rose offerta alla Madonna. Promotori di questa devozione sono stati i domenicani, che hanno creato anche la confraternita del Rosario. Fu un papa domenicano, S. Pio V, il primo a incoraggiare e a raccomandare ufficialmente la recita del Rosario, che in breve tempo divenne la preghiera popolare per eccellenza, da recitarsi la sera, in famiglia.
Le ricette tipiche
Bigoli co' l'Arna
Ingredienti (dose per 4 persone)
- 1 anatra novella piccola
- 2 chiodi di garofano
- 400 gr di bigoli fatti in casa
- 1 spicchio d’aglio
- 80 gr burro
- alloro
- mazzetto di salvia
- prezzemolo
- 1 costa di sedano sale
- 1 grossa carota pepe
- 1 cipolla grana grattugiato
Spennate l’anatra, liberatela dalle interiora e pulite bene il fegatino e lo stomaco (ventriglio), conservando anche le frattaglie. Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata e aggiungete la carota, la cipolla divisa a metà e picchiettata con i chiodi di garofano e la costa di sedano, nonché due o tre rametti di prezzemolo, una piccola foglia di alloro e un grosso spicchio d’aglio. Appena l’acqua inizierà a bollire tuffatevi l’anatra, nel frattempo bruciacchiata sulla fiamma e lavata, il cuore ed il ventriglio del volatile.
Fate cuocere il tutto a recipiente semicoperto per almeno un’ora, poi scolate e spellate l’anatra. Tritate finemente le frattaglie crude, cuore e ventriglio precotti assieme al fegato, disossate l’anatra e mettete il trito di frattaglie e carne a rosolare in po’ di burro con un bel po’ di foglie di salvia. Salate e pepate.
Nel brodo di cottura dell’anatra, in ebollizione, fate cuocere i bigoli e scolateli ancora al dente. Metteteli in una capace ciotola prima scaldata e conditeli con quanto preparato e con il formaggio grattugiato, servendoli subito. Una cosa importante è che siano scolati, ma non troppo, al momento di condirli, in modo che rimangano morbidi e possono insaporirsi uniformemente.
Pasticcio al Ragù d'Anatra
Ingredienti (dose per 4 persone)
- 250 gr. di pasta all’uovo tirata a sfoglia,
- un petto d’anatra fatto tritare dal macellaio,
- un litro di latte,
- carota, sedano, cipolla, aglio, rosmarino,
- besciamella (circa mezzo litro),
- 100 gr di parmigiano reggiano grattugiato,
- 1 kg di topinambur,
- olio d’oliva q.b.,
- un bicchiere di vino bianco,
- prezzemolo.
Pulite i topinambur e tagliate a rondelle sottilissime poi fateli trifolare con uno spicchio d’aglio come fossero carciofi (infatti sarebbe buonissimo anche con i carciofi).
Nel frattempo che i topinambur cuociono fate soffriggere il petto d’anatra con un trito di cipolla, aglio, sedano e carota e i rametti del rosmarino legati con uno spago che poi toglierete.
Appena sono ben rosolati sfumate con il vino bianco, quando il vino è ben evaporato aggiungete il litro di latte e fate sobbollire a fuoco basso fino a quando il latte non si asciughi del tutto, a quel punto il ragù è cotto.
Imburrate una pirofila da forno, stendete il primo strato di pasta, mettete sopra la besciamella poi la carne (abbondate) poi fate uno strato di topinambur e finite con parmigiano.
Continuate fino ad esaurimento degli ingredienti avendo cura di finire con la pasta con un pò di parmigiano e fiocchetti di burro. I fiocchetti di burro vanno inseriti anche ai quattro angoli.
Lasciate riposare qualche ora (perché la pasta si deve ammorbidire non essendo lessata prima, se avete fretta passate le sfoglie di pasta in acqua bollente per pochi minuti asciugatele e poi proseguite) mettete in forno a 180° per mezz’ora.